A seguito delle segnalazioni di casi di peste suina nel territorio ligure e piemontese sono state emesse una Ordinanza congiunte del Ministero della Salute e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Ordinanza 13 gennaio 2022) e l’Ordinanza 4/2022 della Regione Liguria.
In particolare, si riporta dall’Ordinanza Nazionale:
“Nella zona di cui al comma 1 sono altresi’ vietate la raccolta dei funghi e dei tartufi, la pesca, il trekking, il mountain biking e
le altre attivita’ che, prevedendo l’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti o potenzialmente infetti, comportino un
rischio per la diffusione della malattia. Sono escluse le attivita’ connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici
nonche’ alla salute e cura delle piante, comprese le attivita’ selvicolturali.”
L’Ordinanza Regionale indica le attività vietate e consentite nei 36 comuni interessati,
È consentito:
- accesso alle aree verdi dei centri urbani
- accesso a parchi, spiagge, moli, strade lungomare e aree ricreative recintate dei centri abitati
- attività all’aperto sulle strade provinciali e comunali e su tutte le strade asfaltate anche private necessarie per raggiungere abitazioni,
- luoghi di lavoro, i fondi agricoli di proprietà, le strutture ricettive aperte al pubblico
Attività vietate:
- caccia o pesca di qualsiasi specie
- raccolta di funghi o tartufi
- trekking, mountain biking e altre attività outdoor
- divieto di lasciare in libertà cani o altri animali domestici
- divieto di movimentazione degli animali da allevamento
Attività sospese per 30 giorni (fino al 13 febbraio 2022):
- attività dei CRAS di recupero della fauna selvatica proveniente dalla zona infetta, salvo che non sia autorizzata dal Servizio veterinario della Asl competente
- attività selvi-colturali (sono consentiti solo i tagli per approvvigionamento di legna da ardere da parte dei residenti; possono proseguire i cantieri di intervento già avviati alla data di entrata in vigore dell’ordinanza)
Si consiglia pertanto, vista la necessità improrogabile di curare le api e di eventuali spostamenti, di portarsi dietro il riepilogo “attività di apicoltura” scaricabile dall’Anagrafe Apistica Nazionale, stampato o in pdf, per dimostrare a eventuali controlli il motivo per cui ci si trova in aree vietate.
Laura Capini
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